Ero certa di avere anche questo libro di Andrea De Carlo, L’imperfetta meraviglia, eppure non riuscivo a trovarlo nella mia libreria. L’avevo acquistato anni fa e niente, devo averlo lasciato al mare o prestato a qualcuno.
Il viaggio Milano-Torino, direzione Salone del Libro, mi ha portato ad ascoltare la storia su Storytel, letta da Alessandro Castellucci e poi continuare, fino all’ultimo capitolo, in camera, nel silenzio della notte, ad immaginare i gelati di Milena Migliari e le canzoni di Nick Cruickshank.
Avevo desiderio di leggere di nuovo Andrea De Carlo, perchè in certi momenti della vita, ripensare al primo amore è come fare un bilancio delle proprio scelte: sono rimasta fedele a me stessa? O mi sono adattata agli eventi della vita?
Andrea De Carlo con quel Due di Due, una trentina di anni fa, mi ha stregata sulla via di Damasco. Folgorata. Ipnotizzata: scrivere in quel modo è da veri maghi della penna! Entrambi i miei due figli maschi li avrei chiamati Guido proprio per il personaggio protagonista del libro che ho letto, sottolineato, consumato e annusato, pagina dopo pagina.
Ciò che mi ha spinto a tornare dal mio primo amore letterario sono state anche le recensioni non proprio esilaranti su questo romanzo, che alludevano al fatto che il “mio” Andrea avesse perso il suo tocco magico. Volevo verificare personalmente (questo significa che le recensioni negative a volte sono davvero la miglior pubblicità per gli scettici) con il timore che avessero ragione e la speranza che si sbagliassero.
L’imperfetta meraviglia è la storia di Milena Migliari, una gelataia italiana che crea opere d’arte con i suoi particolarissimi gelati e Nick Cruickshank, vocalist e carismatico leader dei Bebonkersla. Il romanzo è ambientato in Provenza, in autunno, quando i borghi e le ville si stanno svuotando di turisti e l’ultimo fanalino di coda della stagione vacanziera è il concerto rock del gruppo. Intorno alle due vite dei protagonisti, che inevitabilmente si intrecceranno, ruotano quelle di Aileen, futura moglie di Nick, Viviane, compagna di Milena e una schiera di personaggi al seguito della band.
Milena Migliari non prepara semplicemente dei gelati: sceglie le materie prime pregiate, le mescola in un equilibrio di gusto e emozioni, le assapora per ottenere la giusta consistenza, fino a realizzare quell’imperfetta meraviglia, che è effimera, ma che accade, quando il sapore espolde sulla lingua, la temperatura è ideale e i gusti si bilanciano armoniosamente.
É un attimo, un fluire di comunicazione e affinità, come quello che capita tra lei e Nick, che crea, allo stesso modo, canzoni imperfettamente meravigliose che forse erano già lì, nella sua mente, prima ancora di scriverle. Un equilibrio che si snoda intorno a quel momento, non perfetto, ma straordinario, che appare e si scioglie come un gelato lasciato al sole.
Andrea De Carlo non ha perso la sua penna magica, anzi. La scrittura è cresciuta con lui, con il suo vivere. La scelta delle parole è come la ricerca degli ingredienti di Milena Migliari: mai casuale, ma pensata, creata, ascoltata. Me lo immagino lì, in quel suo “laboratorio artigianale di scrittura” , uno studio, una scrivania che dà su una grande finestra dalla quale vede un giardino o un lago, a sentire la sua voce. Legge e riscrive una frase, pesa la sonorità delle parole, le cambia, ne aggiunge di altre, come se le parole venissero a lui e non viceversa.
Non è l’Andrea De Carlo di Guido e Livio, certo, (perchè chi è uguale al se stesso di quando aveva vent’anni?), ma il talento resta, in quella capacità di trasportarti lì, in Provenza, a cercare il laboratorio di Milena Migliari per assaggiare un gelato alla castagna o quello ai cachi. Li avrà di certo provati anche lui quei gusti così particolari, perchè la dovizia di analisi di ingredienti e sapori è quella di un esperto che padroneggia le cose di cui parla.
L’imperfetta meraviglia è un romanzo che profuma di buono e di consapevolezza di ciò che si sa fare. É una storia che avvalora le scelte, quelle che alla fine conducono prima ad amare se stessi, non per egonismo, ma per difesa delle proprie passioni e talenti, a costo della solitudine e della libertà di essere fuori dal coro.
La scrittura di Andrea De Carlo di questo romanzo è per palati raffinati, non che il mio lo sia, ma comprendo per quale ragione i lettori di Arcodamore e Treno di panna non l’abbiano trovata identica a queste storie. É filosofia e poesia insieme: usando una metafora musicale, è “il premio della critica”, non certo il risultato del televoto. Bisogna leggere con attenzione, parola per parola o ascoltare con attenzione la voce di Alessandro Castellucci su Storytel: non si può pensare di fare una corsetta con l’Imperfetta meraviglia nelle cuffie, perchè non può funzionare. Sarebbe come mangiare un gelato confezionato anzichè un’esplosione di sapori come le creazioni di Milena Migliari.
Ho addosso le metafore e le immagini, la paura di cadere e l’odore di legno della casa nel bosco. Vedo e sento, come se fossi stata lì con loro; ci penso e li osservo come ricordi reali, di amici veri con cui ho trascorso del tempo.
É questa per me l’Impefetta meraviglia del romanzo di Andrea De Carlo: il desiderio di tornare in quella storia, di entrarci dentro e gustarla fino in fondo e quando è finita, dispiacersi perchè non ne ero ancora sazia.
Sarah Pellizzari Rabolini
L’imperfetta meraviglia, di Andrea De Carlo
Editore: Giunti
Collana: Le Chiocciole
Copertina: Brossura con sovraccoperta
Pagine: 368
Dimensione: 125.0 x 195.0
Data di pubblicazione: 10/01/2018
ISBN: 9788809855489 Prezzo: € 13,00
Audiolibro su Storytel con la voce di Alessandro Castellucci