Chicago, al teatro Nazionale Che Banca!

Ho visto Chicago: una Ferrari che viaggia come una Cinquecento.

La recensione, con i miei occhi

Da quando insegno di sera, mi perdo le prime degli spettacoli. Così eccomi a vedere Chicago di domenica pomeriggio, 8 ottobre.

Sono andata con le migliori intenzioni e, pur avendo già letto e sentito commenti non proprio entusiastici, mi sono seduta pronta a godermi lo spettacolo, pensando che Chicago è sempre Chicago e la Stage Entertainment è, di solito, sinonimo di garanzia.

In molti hanno visto Chicago e conoscendo la storia, si aspettano l’energia irriverente che è l’anima di tutta la vicenda. Chi non ha mai visto questo spettacolo, ha magari in mente il film. Chi è a digiuno, si lascia guidare da qualche info recuperata sul web: siamo negli anni Venti e due ballerine si ritrovano in prigione per aver ucciso i rispettivi compagni. Con loro altre detenute cercano di farsi aiutare da un avvocato senza scrupoli.

Una storia scritta da tre pezzi da novanta quali John Kander (musica), Fred Ebb (testi e libretto) e Bob Fosse (libretto, regia e coreografia) che hanno fatto di Chicago uno dei grandi classici del musical. Allo stesso modo il film del 2002, che vinse 6 premi Oscar, diretto da Rob Marshall, scritto da Bill Condon con Renée Zellweger, Catherine Zeta-Jones, Richard Gere e John C. Reil, è qualcosa di innovativo e travolgente.

Insomma l’anima di Chicago è l’intrigo, la manipolazione e lo show ad ogni costo: nel Chicago che ho visto non c’è questa essenza. Ed è un peccato perchè è uno show che avrebbe il motore di una Ferrari e invece viaggia come una Cinquecento.

Chiara Noschese, ph.ufficio stampa

Bravissimi Brian Boccuni nel ruolo di Billy Flinn e Christian Ruiz che veste i panni di Amos Hart. Applausi e applausi per Luca Giacomelli Ferrarini: la sua Mary Sunshine è meravigliosa come la sua voce.
Chiara Noschese, alla regia, ma anche sul palco nei panni di Mama Morton, è divertente e canta divinamente. Così come Giulia Sol che ha ben gestito il ruolo di Roxie. Entrambe sostengono una Stefania Rocca insicura e poco grintosa. Che non sia una cantante, era chiaro già in partenza, ma Stefania Rocca non convince perché è la prima a non esserlo sul palco, è titubante e tutti intorno sembrano chiamati a supportare le sue tiepide tonalità e movenze.

È davvero un peccato perché lo spettacolo è potenzialmente bello, seppure diverso dall’originale, con delle idee nuove come il tendone da circo e la rappresentazione di un mondo dove lo show deve esserci ad ogni costo, ma si ha la sensazione che manchi sempre qualcosa.

Brian Boccuni, ph. ufficio stampa

I ragazzi dell’ensamble, tutti,  nessuno escluso, sono uno più bravo dell’altro. Federica Basso, Camilla Esposito, Anna Foria,Lorissa Mullishi,Vittoria Sardo, Carolina Sisto, Camilla Tappi, Pietro Mattarelli,Giovanni Abbracciavento, Mattia Fazioli, Alfonso Maria Mottola, Kevin Peci. E poi Andrea Spata, Raffaele Rudilosso,Veronica Barchielli, Ilario Castagnola.  Catturano l’attenzione e lo spettatore segue loro, segue le coreografie, che sebbene lontane dalle originali e dal contesto, sono eseguite benissimo.

Se dovessi dare un voto da insegnante, direi che questo spettacolo ha un giudizio sospeso, come si fa per chi deve sostenere i debiti e studiare durante l’estate: rimandato!

Forse, tra qualche mese, il motore sarà rodato e questo Chicago potrà viaggiare con la potenza di una Ferrari e non con quello di un’utilitaria che potrebbe guidare chiunque in una città trafficata.

 

 

Si ringrazia l’ufficio stampa per le foto
Recensione relativa allo spettacolo di domenica 8 ottobre 2023

 

 

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SARAH PELLIZZARI RABOLINI

Ho sempre scritto per quotidiani e webzine raccontando di libri, teatro e cinema: continuo a farlo qui, a modo mio, “Con i miei occhi”.